domenica 13 dicembre 2009

Più lontano dell'estero


Caro papà,
il fatto è che voi non lo sapete.
Mentre state lì a spendere parole sui massimi sistemi e i contorni delle geografie, io qui parlo con quelli della mia età.
Quelli della mia età sono dei bravi professionisti, delle persone perbene, che si adoperano per i diritti civili e le rivoluzioni.
Quelli della mia età hanno fatto le okkupazioni (con la k, che si doveva capire da lì, mi dirai) e pagano per una cavolo verza, quanto voi pagavate per tre cene alla nostra età.
Quelli della mia età sono iscritti al GAS, sono equi, solidali ed ecologici.
Ma poi -lo sai?- non prendono ferie, “perché il capo le prende in quei giorni lì e allora anch’io, perché poi mi rinnova per due mesi.”
Hanno contratti a progetto, borse di studio, foglietti scritti a mano.
Hanno studiato tanto e sono preparati, ma si cagano sotto.
Hanno proprio paura.
Fanno le rivoluzioni coi cavoli questi, zitti zitti, ché il massimo è un po’ d’aria.
Io glielo provo a dire papà, che c’hanno il diritto alle ferie e al riconoscimento della loro professionalità e che sono quelli nuovi e che il mondo lo devono prendere in mano loro e che al capo devono dire “Sai, io me ne vado quei giorni lì, proprio quelli.”.
Loro mi guardano e mi fanno sentire fuori luogo quasi quanto te.
Non si può fare, mi dicono.
Ci dobbiamo ingozzare di cavolo verza.
E così sia.

domenica 6 dicembre 2009

No B day (che già il titolo)

Se devo dire la verità, non mi piace.
"Lo slogan è fascista di natura" come canta qualcuno.
E, lo sapete, propendo per il sintomo e non la causa.
Poi ci vorrebbe di essere un giornalista e saperlo argomentare.
Ci vorrebbe il mestiere.
Io c'ho solo che non è colpa di qualcuno, ché sarebbe più semplice, ma semplice non è.
Io c'ho che c'è da rimboccarsi le maniche fino a farle sanguinare e che nessuno ne ha voglia e che ognuno ha un culo assiso da qualche parte e lì lo tiene.
Se davvero il problema fosse Berlusconi - una roba tipo le zanzare- poi potremmo dormire senza incubi.
Ma magari il problema siamo anche noi, che non siamo neanche giornalisti.

sabato 5 dicembre 2009

Punti di vista (ovvero: ma andatevene voi, che magari si sta più larghi)

CARO PAPA',
puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose.
Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano.
Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.

Questo è un Paese in cui, se ti va bene, FINIRAI guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai.

Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all'infinito, annoiandoti e deprimendomi.

Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu prenda la strada dell'estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese. E tu cercherai di venirci a patti.
Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. AvreSTE voluto che fosse diverso e AVETE fallito.

Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.

Preparati comunque a soffrire.

Con affetto,
TUA FIGLIA

n.d.a.: Con qualche taglio (per sintesi e non per senso)la lettera di Celli. In maiuscolo le parole cambiate.

venerdì 4 dicembre 2009

Perfetto!

Data l'ammissione, che Fini vada a sintetizzare lo spessore morale del Signor Feltri in qualche classe delle elementari.

martedì 1 dicembre 2009

Peso internazionale

Manca qualcuno?

Giorno otto

Il personale del Beaubourg è in sciopero. Questioni di gratuità della cultura e diritti dei lavoratori.
Si ringraziano i visitatori per la pazienza e si persiste.

Definitiva



Se non sai cosa cerchi, non lo trovi neanche a Parigi.