Qui si parlerà di un lutto, di belle scoperte e di giovani amici.
Se ne parlerà atteggiandosi ad esperti musicali, senza averne alcun titolo.
Il lutto fa così: fa che da anni - per anni - nel tortuoso cammino dell'esistenza, mi hanno accompagnata le parole e i suoni di un certo Fossati Ivano.
La mia adolescenza è stata un doppio album dal vivo: la fine del mio primo amore s'intitolava "Amore degli occhi", le mie inclinazioni "E di nuovo cambio casa", il mio manifesto "Discanto".
Negli anni spietati della prima giovinezza venne a prendermi per i capelli il testo di "Contemporaneo". Ho visto cappelli per comandare, ragazze ancheggiare, folate di vento e ombre d'altalene.
Cinque anni fa esce "L'arcangelo" che "può capitare", anche se "Cara democrazia" no, non può capitare.
La prendo a ridere - faccio così quando il dolore è intenso - e aspetto.
Poi esce "Musica moderna" e non ci posso credere che l'abbia scritto lui: ci sono arrangiamenti di plastica, parole come altre e una abissale distanza dalla realtà.
Il lutto inizia e finisce qui, con l'amaro in bocca, come succede sempre.
Poi questo natale ha portato al parecchio giovane amico con cui vivo un lettore
mp3 che è stato riempito di canzoni, che lui cantava mozze nei viaggi in macchina che ci capita di fare.
"
Caparezza" mi ha detto.
Adesso ho tutti e quattro gli album.
Mi piacciono molto, hanno suoni puliti, arrangiamenti evocativi, con testi felici nella forma e spessi nei contenuti.
Mi fanno sentire meno sola, come successe tempo fa, alzo il volume e canto:
"Io voglio passare ad un livello successivo,voglio dare vita ciò che scrivosono paranoico ed ossessivofino all'abiura di me."L'abiura di sé è un concetto bellissimo.
p.s.: Con il mio parecchio giovane amico parliamo spesso delle nostre nuove canzoni preferite. Mi piacciono molto le sue interpretazioni, per esempio, per lui "abiura" significava "avere cura": un semiologo nato.