martedì 31 marzo 2009

Salviamoli!














Questo è un appello per salvare otto minori che si trovano tra i ghiacci dell'Artide canadese.
Il reato è documentato durante il sabato pomeriggio di Rai tre.
La Bbc, con la complicità di qualche avventuroso geologo, e la connivenza di circa sedici genitori, ha prelevato otto innocenti per portali nel ghiacciaio più remoto dell'Artide a misurarne la compattezza.
I ragazzi dormono in tende di fortuna e durante il giorno sono costretti a costruire igloo tagliando, con rudimentali seghe, lastroni di ghiaccio che trascinano e incastrano a fatica, il tutto alla confortante temperatura di -40°.
A volte qualcuno di loro s'innervosisce un po' e questo è motivo di dibattito nel gruppo dei sopravvissuti.
Chi si comporta meglio è costretto a sorvolare le coste censendo balene, gli altri partecipano ad angoscianti operazioni di soccorso a favore di sprovveduti, quanto improbabili, turisti di ghiacciai.
Massimo svago: un concerto gutturale di eschimesi sotto il pericolante igloo.
Facciamo qualcosa per loro. Facciamolo adesso.
Potrebbe non essere troppo tardi.

p.s.: nel cercare sul web ulteriori informazioni, ho scoperto che ce ne sono altri otto nella giungla.

venerdì 27 marzo 2009

Concetti nuovi

Non sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Amen.

mercoledì 25 marzo 2009

Scusi, Lei...

Lei se lo ricorda il futuro?
Quell’idea a cui c’eravamo abituati?
Si ricorda tutti quei libri che abbiamo letto, le idee che ci scambiavamo, le presunzioni?
Si ricorda da dove venivate e dove avete detto che stavamo andando?
Si ricorda che c’avete creduto in noi, prima di guardarci, come fate adesso, con quella specie di compassione lontana, che serve a difendervi dalla realtà di una promessa non mantenuta?

Dalla finestra

"Rosseggia l'orizzonte,
come affocato, a mare:
nero di pece, a monte:
stracci di nubi chiare [...]"
Pascoli, eh.

lunedì 23 marzo 2009

Gran Torino


"Avete notato come, a volte, capiti d'incontrare qualcuno che non è il caso di fare incazzare?"
C'è chi sa scrivere battute così e poi farci un film intorno.

"Segretario, glielo dico veramente con grande semplicità"

In mezzo a quelli del Pd c'era una normale.
E sembrava contagiosa.
L'ha linkata "anche lo Gnogno", io faccio riferimento al mio Gnogno preferito.

Oggetto: Non per insistere

Egr. Dott.
Sua Grandissima Eccellenza
e p.c.
Quasi Tutti gli Altri


"Rimango ancora un altro autunno al massimo.
Che cosa mi costa aspettare che spiova?
C’è sempre di peggio dietro l’angolo:
La Guardia Giurata, il Secondo Pilota,
Il Ladro di Ortiche, il Vice Questore.
Pagami.
Ci vuol poco a scordarsi da dove eri partito
e per cosa ti eri tappato il naso.
Ora,
Pagami.
Non ha senso più chiamarti Padrone,
se son qui
è soltanto perché non ho forze per andare altrove.
Pagami. […]"

Ballata del lavoro interinale

sabato 21 marzo 2009

Potere alla fantasia

Le cose stanno così: il presente blog è stato linkato e la sua unica redattrice si trova ancora in stato di shock.
Se non lo fosse stata, avrebbe scritto cose sagaci sulle nuove inclinazioni epidemiologiche del Papa; poi avrebbe reso il colore del maglione che sfoggiava Matteo Renzi ad "Anno zero", una metafora sul nuovo che avanza e alla fine avrebbe annotato, in un breve post, come Obama non ne stia sbagliando una.
Ecco, avrebbe scritto di questo e di qualcos'altro.
Facciamo finta che l'abbia fatto e ricominciamo da lì.

lunedì 9 marzo 2009

Quello che gli uomini dicono

La seguente conversazione è avvenuta così come la si legge.
Colleghi, maschi in pausa pranzo:

A. : "Nooo, davvero piove anche questo fine settimana?! C'ho la moglie metereopatica."

B.: "La mia è stronza."

C. : "La mia si fa i cazzi suoi."

Bo(h)


Bologna dicevamo, e poi ci andavamo a vivere.
Succedeva così, qualche tempo fa, a noi ragazzi di provincia.
Bologna era un sacco di cose, era mappe sgualcite e orari di lezione, automobili affollate, portici e centri sociali. Era via del pratello e piazza maggiore per nottate intere. Era cornetti caldi, Orson Welles al cinema e Beckett in teatro.
Bologna era, più di tutto, un alibi.
Un passepartout sociale, che permetteva di passare, quasi indenni, dai feroci anni della giovinezza.
"Che fai?"
"Vivo a Bologna."
E fine, nessun'altra domanda, come se la dichiarazione del domicilio fosse di per sé una dichiarazione d'intenti.
Ora è successo che a Bologna ci sia tornata e credo mi abbiano fatto uno scherzo.
E' una città vuota, la cui naturale eleganza si è fatta austerità. Poco cinema e poco teatro, nessun centro sociale.
A Bologna non si beve più. Non si può più bere per strada dalle dieci di sera e gli oste che conoscevo ti porgono il vino imbarazzati dicendo: "Se ti fermano, non te l'ho venduto io." Ci sono pochi ragazzi in via del pratello, ma quelli che ci sono nascondo bottiglie di pessima vodka. In piazza maggiore non c'è più nessuno.
Nell'osteria dove ho cenato e dalla quale non mi fanno uscire con il mio bicchiere di vino, parlo con due ragazzi, vengono dalla provincia e vivono lì: "Scusate, ma perché?"

mercoledì 4 marzo 2009

Comunque

"Discanto" in macchina, a tutto volume, è ancora imbattibile.

Un giorno dopo l'altro

Baricco, che continua ad aver ragione, alla fine del suo pezzo scrive :
"Quando cerchiamo di abbozzare idee formate, schizzare modelli alternativi, immaginare soluzioni inedite, stiamo facendo un gesto lungo, sporto nel futuro: stiamo cercando di arrivare puntuali a un appuntamento che avremo tra anni: non domani (...)"
E improvvisamente ho capito perché, qua intorno, è tutto un prolificare di pance feconde, passeggini e biberon.
Deve esistere un istinto per cui senza Ieri, con un Oggi aleatorio e un Domani inesistente, si passi direttamente a Domani L'Altro.