domenica 21 marzo 2010

Blog con sette lettori, no alla lista Pdl a Roma

Un altro stop per il Pdl a Roma. Esaminata la documentazione, anche Ciuzpah respinge l'appello presentato dal partito per la mancata ammissione della lista provinciale.

giovedì 18 marzo 2010

C'era passato anche Aldo

Era il 2007.
In Italia.
Dal 2009 anche non c'è più Roberta.
Rimane Rudra, che sta per compiere diciassette anni.

Ricapitolando

Pare che Stefano Cucchi sia morto in ospedale.
Per disidratazione.
In Italia.
Nel 2010.

Cantavano di noi

Siamo sempre stati avanti e non lo sapremo mai.



(grazie ancora a ques'uomo qui, che, come ricorderete, è il papà)

martedì 16 marzo 2010

Again

All together!

venerdì 12 marzo 2010

C'è un tempo perfetto per fare silenzio

A volte capita anche a noi di rimanere senza parole.
Sarà che ne conosciamo un sacco, che ne usiamo a bizzeffe, che stiamo sempre attenti a dove metterle.
E’ che ci piacciono proprio le parole, ci piace quello che ci sta dietro e il vestito che si mettono.
A volte, le pronunciamo per vederle sfilare tra un articolo e una preposizione, ne soffiamo anche dieci di fila per lanciare l’ultima in alto e andarcela a riprendere con un avverbio.
Ci crediamo proprio alle parole, a tutte, nessuna esclusa.
Siamo fatti così, non ne butteremmo mai una lì per caso, ci sembrerebbe un tradimento, un abbandono ingiusto.
Tendiamo a proteggerle: spieghiamo a chi ne ha meno dimestichezza che lì c’è un accento e là un apostrofo, perché ci si mette un cappello per distinguersi, o ci si mischia per spiegarsi meglio.
E chiediamo, quando si può, a chi ne conosce di più e meglio. Perché alla fine lo sappiamo di essere goffi e lontanissimi dalle pagine dei sussidiari blu.
Siamo fatti così: ci piacciono proprio le parole.
Sarà per quello che a volte se ne vanno, tutte insieme, si rintanano e non c’è modo di farle uscire.
Proprio non c’è modo.
E allora ci piacerebbe saperne di musica, o imparare a menare le mani.

mercoledì 10 marzo 2010

Non udenti



(grazie a Gi)

sabato 6 marzo 2010

Mezzi e misure

Io avrei detto: ho sbagliato, ma le conseguenze del mio errore sono talmente grandi che possono nuocere anche ai miei nemici. Avrei detto: mi vergogno della mia inefficienza, della mia ignoranza, della mia inettitudine. Mi sarei messo a disposizione, in silenzio.
Avrei fatto così, perché, secondo me, così si fa.
Questi hanno fatto un decreto.

mercoledì 3 marzo 2010

Fantastico!




(arriva dal blog di Francesco)