domenica 13 dicembre 2009

Più lontano dell'estero


Caro papà,
il fatto è che voi non lo sapete.
Mentre state lì a spendere parole sui massimi sistemi e i contorni delle geografie, io qui parlo con quelli della mia età.
Quelli della mia età sono dei bravi professionisti, delle persone perbene, che si adoperano per i diritti civili e le rivoluzioni.
Quelli della mia età hanno fatto le okkupazioni (con la k, che si doveva capire da lì, mi dirai) e pagano per una cavolo verza, quanto voi pagavate per tre cene alla nostra età.
Quelli della mia età sono iscritti al GAS, sono equi, solidali ed ecologici.
Ma poi -lo sai?- non prendono ferie, “perché il capo le prende in quei giorni lì e allora anch’io, perché poi mi rinnova per due mesi.”
Hanno contratti a progetto, borse di studio, foglietti scritti a mano.
Hanno studiato tanto e sono preparati, ma si cagano sotto.
Hanno proprio paura.
Fanno le rivoluzioni coi cavoli questi, zitti zitti, ché il massimo è un po’ d’aria.
Io glielo provo a dire papà, che c’hanno il diritto alle ferie e al riconoscimento della loro professionalità e che sono quelli nuovi e che il mondo lo devono prendere in mano loro e che al capo devono dire “Sai, io me ne vado quei giorni lì, proprio quelli.”.
Loro mi guardano e mi fanno sentire fuori luogo quasi quanto te.
Non si può fare, mi dicono.
Ci dobbiamo ingozzare di cavolo verza.
E così sia.

1 commento:

Sburk ha detto...

No dai, il cavolo verza no.