mercoledì 22 ottobre 2008

Il vizio di Roberto

Qualche sera fa ho visto Roberto in tv.
Ho apprezzato il libro che ha scritto. Ho apprezzato che l’abbia scritto.
E mi è piaciuto molto il film che ne è stato tratto.
In tv Roberto parlava della camorra. Ne parlava come uno che si è davvero documentato, circostanziava nomi ed eventi, metteva a sistema geografia e storia. Era chiaro nell’esposizione, avvincente nel racconto.
Riuscivo a capire anch’io, che vivo nella provincia toscana e la camorra l’ho letta nei libri e vista nei film.
E mentre Roberto parlava mi chiedevo cosa c’è nella testa di uno che accanitamente ha studiato per scrivere un libro, per il quale vive sotto scorta, dai cui concittadini è considerato un visionario rompicoglioni (raccontava che durante il trasloco, quando con le guardie del corpo è entrato in macchina, la folla accalcatasi intorno all’auto gridava: “Vedi? Finalmente l’hanno arrestato!”).
Mi chiedevo come si fa a vivere così. Non tutti ce la fanno a vivere così. Provano. Poi scrivono una lunga lettera ai propri cari e si buttano da un viadotto.
A un certo punto ho capito. Saviano è animato, oltre che da un profondo senso di legalità che probabilmente manca a molti di noi, dalla vanità.
Saviano è vanitoso.
Tanto da risultare un rompicoglioni.
Tanto da mettersi contro la camorra tutta.
L’appello di Repubblica l’ho firmato, perché la vanità mi sembra un peccato più che marginale e la solitudine non richiesta una pessima condanna.
Sapevo che qualcuno non l’avrebbe fatto e mi aspettavo qualche teoria “bastian contraria”.
Ma non credo si possa scrivere che per vivere senza scorta basti affittare un appartamento a Londra.
Credo che ognuno debba e possa vivere dove vuole. Ci tengo proprio.
Non riusciamo più a fare le cose semplicemente giuste. Siamo diffidenti e sappiamo scriverlo anche bene.
Ah, la vanità!

1 commento:

Lucia Ceriani ha detto...

Ti ho scoperta per caso. Vedo che il blog non è più aggiornato da un anno. Mi piace molto quello che scrivi e come lo scrivi. Questa cosa in particolare, su Saviano, la condivido appieno. Quando provo ad accennarne agli altri se va bene mi becco della camorrista. Anch'io avevo firmato la petizione all'epoca, ma devo ammettere che ora non so se lo rifarei. La vanità di Saviano in questi quattro anni è lievitata, ha sfiorato picchi inattesi. La sua lista delle dieci cose me l'ha reso definitivamente indigesto. Non mi stupirei di vederlo in politica, prima o poi.

Comunque, spero che tu scriva ancora.
Ti leggerei molto volentieri!
Ciao!