domenica 9 novembre 2008

A capo

Caro M.,
è come stare alla finestra a spiare le vite degli altri. Me l'ha insegnato mia nonna che ancora non arrivavo al davanzale e ci voleva la sedia. E mi è sempre piaciuto guardare. Rubare lo scorcio di un'anta aperta su un salotto o una cucina. Immaginarsi le storie. L'ho trovato scritto anche in Leopardi e credevo guardasse lo stesso abete che avevo guardato io.
Poi Staino in un fumetto sentenziò: "Guardare senza esser visti rende tristi."
E io ci penso da un sacco di anni e non ho ancora deciso. Mi piace guardare. Mi piace non esser vista. A volte sono triste e mi vorrei in una foto o in una mano. A volte no. "Quel che di eroico e di geniale c'è nel diventare uguali al proprio sfondo."
Ecco, sul come sto, non ne sono ancora venuta a capo.

1 commento:

masparera ha detto...

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